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Le Isole Eolie... Lipari

La più grande delle isole Eolie: ha una superficie di 37,60 kmq e dista 24 miglia marine dalla costa Siciliana.
I suoi abitanti, chiamati liparesi o liparoti sono circa 9.000 e popolano le frazioni:
Canneto, Acquacalda, Quattropani e Pianoconte. Lipari fu ininterrottamente abitato fin dal 3500 a.c. La parte più antica dell’isola è quella occidentale risalente a circa 160 mila anni fa. Anche in epoca storica vi furono eruzioni e l’attività vulcanica attuale è testimoniata dalla fumarole e dalle sorgenti termali, nonché da grandi quantità di pomice e ossidiana, disseminate lungo la costa dell’isola di Lipari.

Anticamente chiamata Meligunis dal greco “melos” (dolce) fu abitata da genti provenienti dalla Sicilia che diedero l’avvio al commercio dell’ossidiana dai loro villaggi situati nella pianura fertile di Castellaro (Quattropani).

OSSIDIANA
L’ossidiana è una roccia di origine vulcanica, simile ad un vetro di colore nero particolarmente tagliente, veniva raccolta alle pendici del monte Pelato e portata in blocchi nel villaggio, qui veniva scheggiata per produrre lame che potevano essere esportate verso altri villaggi neolitici in Sicilia e nelle penisola italiana. L’ossidiana diventava merce di scambio con altri prodotti.
Successivamente si alternarono periodi di prosperità a periodi bui.

A Lipari e nelle altre isole approdarono nuovi colonizzatori gli Eoli e gli Ausoni guidati, come dice la leggenda,da re Liparo, figlio del re Ausoni, cui seguì Eolo, noto come dispensatore dei venti, e sposo di Ciane, figlia del re Liparo.
Attorno al 580 a.C. sbarcarono a Lipari colonizzatori greci.

L’isola riprese a prosperare ed entrò prima nell’orbita di Siracusa e poi in quella di Roma , che valorizzò Lipari anche come centro termale.
Dopo un lungo ed oscuro periodo sovrastato da incursioni arabe, Lipari rifiorì sotto l’egemonia dei normanni. Dopo il saccheggio e la distruzione ad opera di Ariadeno Barbarossa. Nel 1544, Carlo V la ripopolò e la riedificò rafforzandone le mura.
Lipari seguì successivamente le sorti del Regno delle due Sicilie fino ai tempi nostri.

ESCURSIONI
Via terra – Giro dell’isola in pullman.
Una delle prime cose da fare appena giunti a Lipari, è il giro dell’isola in pullman. L’isola è provvista di una buona rete autostradale che collega le varie zone piu belle dell’isola. La società di trasporti Urso vanta una lunga esperienza insieme a mezzi comodi, efficienti e moderni e ad un personale altamente qualificato, essa organizza e compie giri dell’isola per gruppi gia costituiti e non adattando gli itinerari previsti alle esigenze ed ai gusti della clientela.

A circa 4 km da Lipari è possibile ammirare il suggestivo Belvedere di Quattrocchi.
Da qui si ammirano le pittoresche insenature dalle coste alte, la stretta e lunga spiaggia di Valle Muria, i profili del Perciato con gli scogli delle Formiche e gli svettanti faraglioni di Pietralunga e di Petra Menalda. Sullo sfondo, emerge dall’acqua blu cobalto l’isola di Vulcano, dominata dal cratere della Fossa.Proseguendo lungo la strada asfaltata si attraversa il pianoro fertilissimo di Pianoconte.
Dall’abitato, una deviazione segnalata da un cartello, conduce alle terme di San Calogero, rinomate sin dall’antichità per le proprietà terapeutiche delle sue acque.

Lo stabilimento termale è chiuso da anni ma è possibile visitare gli scavi archeologici che hanno portato alla luce una straordinaria tholos micenea e diverse vasche per i bagni termali risalenti ad epoca greca e romana.
Tholos micenea grande struttura di pietra a cupola circolare risalente a 3500 anni fa.
E costituita da blocchi lavici sovrapposti magistralmente l’uno all’altro a formare il cono del tetto.
Originariamente doveva trattarsi di un luogo di culto, legato alla presenza della sorgente d’acqua calda.

Un acquarello dell’artista francese Jean Houel, conservato al museo dell’Ermitage di Pietroburgo, ritrae il tholos di Lipari nel’ 700 che raffigura alcuni infermi che vengono condotti in carrozzella e in lettiga all’antica costruzione per essere curati.
Dopo Pianoconte si raggiunge l’altipiano in cui sorge il borgo agricolo di Quattropani.
A Cstellaro una nuova carrareccia conduce in uno dei punti più straordinari e meno conosciuti di Lipari: contrada Caolino.

Il caolino prende il nome dalla località cinese Kaoling, dove il minerale e stato estratto per la prima volta. E’ una roccia argillosa normalmente bianca, costituita soprattutto da caolite utilizzata nella fabbricazione della porcellana dove al tempo dei romani si estraeva l’omonimo minerale.
Giunti alla miniera (oggi abbandonata) si osservano imponenti pareti rocciose a strapiombo con alla base le uniche fumarole dell’isola ancora attive.

Ritornati sulla provinciale e superato l’abitato una stradina conduce alla seicentesca Chiesa Vecchia divenuto poi santuario della Madonna della Catena.
L’edificio sorge in uno dei luoghi più panoramici dell’isola da cui si abbracciano tutte le isole dell’arcipelago a esclusione dell’isola di Vulcano.
Proseguendo sulla strada asfaltata si può godere del panorama offerto dalla prospiciente isola di Salina.

Si giunge quindi al piccolo centro abitato di Acquacalda con i suoi giacimenti di pomice bianca.
Dopo aver costeggiato la bella spiaggia di sabbia nera, lungo la quale si può osservare un lungo pontile utilizzato dalle navi per il trasporto della pomice, la strada s’inerpica con due tornanti e prosegue verso punta della Castagna, un breve promontorio formatosi dopo l’ultima eruzione del monte Pelato con il suo cratere Fossa della Rocche Rosse e da li è possibile giungere a Porticello: la zona delle miniere di pietra pomice dove si osservano i lunghi pontili utilizzati per caricare sulle navi il minerale estratto dai fianchi del monte Pelato.

Fino a qualche anno fa, in questo tratto di costa venivano scaricati gli scarti di lavorazione della pomice; si era formata cosi una bianchissima battigia che ha dato origine alla “Spiaggia Bianca” luogo privilegiato per i bagnanti.
Il moto ondoso ha oggi disperso quegli accumuli e la spiaggia è tornata com’era un tempo grigia e nera di polvere di lava messa a lamiere si giunge a Canneto antico borgo sorto ad opera dei primi minatori da qui si può giungere all’antica colata di ossidiana di Forgia vecchia dove si trova un belvedere.

Da Canneto si prosegue ancora verso Lipari attraverso un tunnel che conduce al porto di Pignataro (porto di rifugio). Si costeggia, quindi, la spiaggia di Marina lunga che delimita la baia su cui sorgono la città ed il porto di Lipari.

Lipari e situato sull’antica acropoli si erge maestosa la Rocca del Castello: essa costituisce ancora oggi il punto focale del centro storico ed un luogo strategico in quanto naturalmente difeso dalla presenza del mare e da pareti a strapiombo.

Dai numerosi ritrovamenti archeologici è stato dimostrato che entro il perimetro delle mura trovarono ospitalità le popolazioni del neolitico, quelle della prima età dei metalli e del bronzo e dell’età ellenistica. Nell’area del castello è possibile ammirare la cattedrale di San Bartolomeo patrono e protettore di Lipari in onore del quale si tiene una grande festa popolare il 24 Agosto.

Dalla cattedrale si accede al Chiostro Normanno scoperto nel 1979; esso era stato occultato al momento della ricostruzione del luogo di culto dopo il saccheggio di Ariadeno Barbarossa nel 1544.
Numerose le chiese oggi ristrutturate per la quasi totalità e gli edifici che sono stati adibiti a Museo Archeologico.

Il museo raccoglie i ritrovamenti archeologici dell’arcipelago dall’epoca neolitica Esso fu fondato nel 1954 grazie all’opera e alla volontà dall’archeologo Luigi Bernabò Brea e della sua assistente Madeleime Cavalier, che ne hanno fatto una delle più importanti e ricche raccolte museali d’Italia.

VEGETAZIONE
La splendida natura delle Eolie consente al visitatore attento di cogliere il felice connubio tra un clima caldo ma temperato e una piovosità non troppo scarsa che si concentra tra dicembre e marzo.
Tra la vegetazione spontanea crescono diverse qualità di Ginestra, tra cui la rara Cytisus eoliens, eriche, corbezzoli, fichi d’india.
Lungo il versante occidentale si aprono le praterie della graminacea azzurrognola Hyparrhenia sinaica e dell’inula viscosa.

In qualunque isola dell’arcipelago è facile imbattersi in una pianta molto bella dai morbidi rami che da un unico ceppo si irradiano a raggira, esibendo al caldo sole foglie ovali, verde lucido.
Il cappero è una pianta originaria del bacino del Mediterraneo e dell’oriente e non è come si potrebbe presumere, il frutto della pianta bensì il bocciolo del fiore.
Il vero frutto è una bacca ovale, chiamata in dialetto cucunciu, è ottimo sotto aceto.
Smaglianti e meravigliosi i fiori di branco-rosato cui il popolo oliano conferisce il nome di “ Orchidea delle Eolie”.

ANIMALI
Sulle scogliere continua a nidificare il gabbiano reale e la berta maggiore sulle alture ci si può imbattere nel falcone pellegrino e nel falco della regina.
Il mare è ricco di vita animale e vegetale.